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Rosignano Marittimo, capoluogo del Comune è composto di sette frazioni, tutte collegate tra loro. Lungo la costa da nord a sud si trovano: Castiglioncello, Rosignano Solvay e Vada. All’interno, oltre a Rosignano Marittimo, si incontrano i centri collinari di Castelnuovo Misericordia, Gabbro e Nibbiaia.


  • Castiglioncello   Elegante e rinomata località turistica, più volte insignita della Ban­diera Blu (come anche Vada e il porto Cala de’ Medici), Castiglioncello sorge su un promontorio immerso nel verde, proteso sul mar Tirreno. Importante centro militare di epoca etrusca, grazie alla sua strategica posizione sul mare, già in età romana fu sede di lussuose ville d’otium. La sua fortuna turistica comincia a fine ‘800 ad opera del critico e mecenate fiorentino Diego Martelli che ospitò nella sua amata tenuta i maggiori esponenti del movimento pittorico dei Macchiaio­li. Tra il 1861 e il 1870, Telemaco Signorini, Giuseppe Abbati, Odoardo Borrani, Raffaello Sernesi, Giovanni Fattori – per citare solo i nomi più noti - vi soggiornarono a lungo, ritraendo la bellezza primitiva e selvaggia degli scenari naturali. Frequentata oltre che da pittori anche da letterati, Castiglioncello assume ai primi del Novecento il suo aspetto attuale popolandosi di raffinate ville liberty affacciate sul mare. Divenuto, dalla metà del ‘900, una delle località di villeggiatura preferite da numerosi personaggi del mondo del cinema (chi non ricorda il film ‘Il Sorpasso’?), vive in quegli anni la sua stagione più prestigiosa. Forte di queste tradizioni, oggi Castiglioncello si propone come meta di un turismo di qualità grazie alle numerose attività culturali promosse dall’Amministrazione Comunale nel campo della storia dell’arte anche contemporanea, dello spettacolo, del cinema, della letteratura. Centro di queste iniziative è il Castello Pasquini, imponente edificio in stile neogotico, edificato a fine ‘800 sulla villa che fu di Diego Martelli e immerso nella macchia mediterranea del suo ampio parco.
  • Rosignano Solvay   Nato nei primi decenni del ‘900 attorno all’omonimo complesso industriale, Rosignano Solvay costituisce il più tardo ma completo esempio in Italia di ‘città-giardino’ di concezione nord-europea. Il villaggio Solvay, a sud del paese, rappresenta ancora oggi una sorta di oasi, caratterizzata dagli ampi e curati spazi verdi, dai viali alberati che valorizzano prospetticamente gli edifici pubblici, dalle strade residenziali che garantiscono riservatezza e tranquillità alle case che vi si affacciano. Ampliatasi notevolmente fino agli anni ‘60 del secolo scorso grazie alla fortuna della fabbrica, oggi Rosignano Solvay è la frazione più grande e vitale del Comune e presenta un contesto socio-economico complesso e variegato. Accanto al grande polo chimico si è infatti sviluppato un fitto tessuto di piccole e medie imprese e di attività commerciali e un turismo balneare, soprattutto giovane, attratto dall’aspetto esotico e quasi tropicale delle rinomate ‘Spiagge Bianche’ che si estendono fino a Vada. Nuovo impulso al settore è arrivato grazie all’ apertura del Porto turistico ‘Marina Cala de’ Medici’, che una suggestiva passeggiata a mare collega a nord al centro di Castiglioncello. Tagliato in due dalla linea ferroviaria e dalla Via Aurelia, che le corre parallela, il paese ha a lungo sofferto della mancanza di un vero e proprio centro. Oggi, risolto il problema grazie alla realizzazione di nuove infrastrutture, è in corso la valorizzazione dei poli ‘storici’ della frazione, Piazza Monte alla Rena, nella zona a mare, e Piazza Risorgimento, a monte, a due passi dalla ‘nuova’ e polifunzionale Piazza del Mercato.
  • Vada   Vada è l’unica frazione del Comune che può vantare una ininterrotta continuità di vita dall’antichità ai giorni nostri. Porto etrusco e poi romano di Volterra - ampiamente citato nelle fonti latine - il suo nome (dal latino vadum) fa riferimento alle caratteristiche del tratto di mare antistante, dove le secche proteggevano le navi alla fonda dai venti di libeccio, ma costituivano allo stesso tempo una pericolosa insidia in caso di tempesta. Al centro di vasti traffici commerciali con tutta l’area mediterranea fino alle soglie del medioevo, seguì le sorti della città di Pisa, da cui dipendeva, condividendone il grave declino duecentesco. Resta, a testimonianza di quest’epoca, la Torre detta ‘del Faro’, costruita dai Pisani e restaurata, in seguito, dai Medici, che a lungo dovette costituire uno dei pochi monumenti visibili ai naviganti che costeggiavano le desolate coste maremmane. L’assetto attuale è opera di Pietro Leopoldo e, soprattutto, di Leopoldo II di Lorena che volle riscattare le fertili pianure circostanti dal dominio delle paludi e dall’incuria dei latifondisti e, con una politica al contempo agraria e sociale, ne consentì la piena messa a coltura. Il nuovo centro, rigorosamente pianificato, ebbe il suo fulcro nella piazza della Chiesa in cui confluivano, a raggiera, i principali assi viari del territorio, tra cui la Via Regia Maremmana, odierna Via Aurelia. Ancora oggi, il paese e le campagne circostanti recano traccia delle imponenti opere di bonifica succedutesi tra la fine del’700 e la metà dell’800. A due secoli di distanza, l’agricoltura di qualità costituisce ancora una delle risorse principali del centro costiero, accanto al turismo, a carattere per lo più familiare, che trova accoglienza nei numerosi campeggi che punteggiano la pineta costiera.
  • Rosignano Marittimo   Suggestivo centro medievale arroccato sulla sommità di un poggio che domina la costa tirrenica, Rosignano Marittimo è il capoluogo del terri­torio. Malgrado il nome di origine romana (la gens Rasinia era una famiglia dell’aristocrazia pisana che dovette avere proprietà terriere nella zona), il suo nucleo più antico, il Castello, venne probabilmente edificato nel corso del X secolo d.C.  Ampiamente rimaneggiato nel corso dei secoli e trasformato tra XVI e XVII secolo da centro di popolamento in centro di rappresentanza, il Castello racchiude al suo interno i palazzi che furono proprietà dei principali latifondisti del territorio, tra i quali spiccano la Fattoria degli Arcivescovi di Pisa, oggi sede dell’Amministrazione Comunale, cui un restauro degli anni ’30 ha conferito un imponente aspetto medievaleggiante in falsi blocchi di pietra e merlature di coronamento, divenuta il ‘simbolo’ del paese e Palazzo Bombardieri, sede del Museo Archeologico. Ai piedi del Castello si sviluppa il borgo, con le sue strette e caratteristiche stradine, sede nell’arco dell’anno di manifestazioni di carattere culturale, religioso ed eno-gastronomico.  Sul versante orientale la vista spazia sul Parco dei Pog­getti che comprende una vasta superficie a coltivo e a macchia mediterranea, meta ideale di suggestive passeggiate nel verde.
  • Castelnuovo Misericordia   Castelnuovo della Misericordia è il risultato delle complesse vicende abitative che caratterizzarono la zona collinare in epoca medievale: qui si succedettero ed in parte convissero numerosi castelli, molti dei quali oggi scomparsi, tra cui Camaiano, Castelvecchio e Castelnuovo. Sviluppatosi ai piedi di quest’ultimo, il paese odierno comprende anche quanto resta di Castelvecchio, in gran parte distrutto dal devastante terremoto che si abbatté sulla zona nel 1846. L’appellativo ‘della Misericordia’ deriva invece dalla Pia Casa di Misericordia di Pisa, che, dal XIV secolo, possedette nella zona un’ampia tenuta in gran parte adibita a pascolo e il cui centro amministrativo era l’edificio noto come ‘Villa Santa Maria Assunta’ (o Fattoria di Castello). L’originaria parrocchia di Santo Stefano, compresa nelle mura del Castello, venne sostituita dalla chiesa attuale, edificata, in posizione più baricentrica, a metà del ‘600. A lungo comune autonomo, fu aggregato a Rosignano Marittimo solo nel 1776. I dintorni del centro abitato offrono paesaggi rurali e boschivi di rara bellezza, percorribili grazie alla fitta rete di sentieri di antico tracciato e ricchi di testimonianze archeologiche, quali la necropoli etrusca di Pian dei Lupi e la cinta di mura di Monte Carvoli. 
  • Gabbro   Sorto sul versante orientale dei monti livornesi, anche Gabbro ha origini medievali: mai citato dalle fonti come castello – nel ‘300 è definito ‘comune rurale’ - l’agglomerato ereditò probabilmente la popolazione dei vicini castelli di Torricchi e Contrino, forse distrutti già nel corso del basso-medioevo. Il toponimo, dal latino glabrum, allude alla sterilità del suolo, ricco di rocce di origine vulcanica - il “gabbro”, appunto, così battezzato in onore del paese – e trova un curioso parallelo nell’appellativo ‘Pelato’ dato al poggio su cui il paese sorge. La zona fu oggetto, dal 1547 in poi, di ripetuti tentativi di colonizzazione, voluti dai Medici allo scopo di accrescere la produzione agricola necessaria allo sviluppo del centro di Livorno. L’interesse granducale è testimoniato anche dai resti di numerosi mulini ad acqua, risalenti allo stesso periodo, che sorgevano lungo l’alta valle del Botro Sanguigna e che facevano parte di un più ampio sistema produttivo creato allo scopo di rifornire di grano Livorno, avviata a divenire il principale centro industriale della Toscana. Lo stretto legame con la città labronica è simboleggiato da Villa Mirabello, ricca e scenografica dimora settecentesca, che sorge sulla sommità di un poggio all’ingresso del paese. Unico esempio nel livornese di un’architettura di ascendenza rinascimentale, che trova confronti con le ville dell’entroterra pisano e lucchese, fu la dimora di campagna della famiglia francese dei Finoyet (che assumerà il nome di Finocchietti), trasferitasi dalla Savoia per la favorevole congiuntura economica offerta dal porto di Livorno. Per gli appassionati d’arte, il nome di Gabbro rievoca quello di Silvestro Lega, pittore macchiaiolo che vi dimorò dal 1886 fin quasi alla morte e che ne immortalò nei suoi dipinti paesaggi e abitanti. 
  • Nibbiaia   Unica, tra le frazioni del Comune, a non vantare origini antiche, Nibbiaia nasce come agglomerato rurale nella seconda metà del XVIII secolo, lungo l’antica via di crinale del Vajolo che da Castelnuovo conduce al mare, in prossimità di Quercianella. Qui le disposizioni granducali del 1782 avevano imposto alla Pia Casa della Misericordia di Pisa l’allivellamento forzato dei terreni di sua proprietà, con l’obbligo di costruirvi anche case per i contadini. I nuovi edifici furono distribuiti in sei gruppi sparsi sul territorio. Con il passare del tempo e con il successivo disporsi di nuove costruzioni – tra cui molte abitazioni di pastori - lungo le direttrici viarie principali, i diversi nuclei si sono fusi, dando al paese l'aspetto attuale. Disboscamenti e dissodamenti per la messa a coltura di nuove terre si sono succeduti per tutto l'800 e fino ai primi decenni del '900. Il risultato di queste operazioni ha lasciato ampie tracce nel paesaggio agrario, caratterizzato ancora oggi dai campi lunghi e dalle siepi vive che fungevano da confine. Centro di pregiate produzioni agro-alimentari e di una crescente attività agrituristica, il paese, da cui lo sguardo abbraccia l’arcipelago, può vantare paesaggi tra i più ameni della costa toscana, attraversati da suggestivi percorsi di trekking e da un’ippovia che, partendo da Nibbiaia, si snoda attraverso l’intero territorio comunale.

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